Il babà napoletano, un dolce soffice e profumato imbevuto in una bagna al rum, è una vera e propria istituzione della pasticceria partenopea. La sua storia, però, è un affascinante intreccio di culture e tradizioni che lo legano a doppio filo con la Francia e la Polonia.
Le origini polacche e l'approdo in Francia
Le radici del babà affondano nella Polonia del XVIII secolo, quando il re Stanislao Leszczyński, sovrano goloso e appassionato di cucina, inventò per puro caso questo dolce. La leggenda narra che il re, trovando troppo asciutto il tradizionale Kugelhopf alsaziano (un dolce simile nella forma), lo inzuppò con del rum, ottenendo un risultato sorprendente.
Il babà, inizialmente conosciuto come "babka ponczowa" (nonno con il cappuccio), divenne presto popolare tra la nobiltà polacca, diffondendosi poi in Francia grazie alla figlia di Stanislao, Maria Leszczyńska, che sposò il re francese Luigi XV.
L'evoluzione napoletana
Fu però a Napoli, nel corso del XIX secolo, che il babà conobbe la sua consacrazione definitiva. I pasticceri napoletani, con la loro maestria e creatività, lo trasformarono in un capolavoro di gusto e raffinatezza, adottando la caratteristica forma a fungo e arricchendolo con la bagna al rum.
Il babà divenne così un simbolo della pasticceria napoletana, apprezzato per la sua consistenza soffice e il sapore intenso, capace di conquistare anche i palati più esigenti.
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